Notizie storiche segnalano che il mulino e la struttura abitativa esistevano sin dal 1200.
Il mulino deriva il suo nome dagli antichi proprietari, la famiglia Mauri che qui si è stabilita nella prima metà del 1700.
Tante generazioni di Mugnai, un mestiere che veniva tramandato da padre in figlio ed ognuno aveva i suoi segreti per la macinatura dei cereali, sopratutto il mais perchè il frumento era roba da ricchi.
I contadini della zona quando portavano il mais o il raro frumento al mulino, non lo perdevano di vista un solo istante, addirittura ci si addormentavano sopra, aspettando il loro turno per la macina.
Il mugnaio a quell’epoca era una figura polivalente , dal meccanico al ciabattino e utilizzava il tempo libero tra una macinatura e l’altra per ingegnarsi in altri ruoli.
Il mulino ha lavorato senza interruzione fino a poco dopo la seconda guerra mondiale e il penultimo discendente , Gino Mauri che qui abitava con la sua famiglia ha praticato il lavoro del mugnaio fino al 1980, quando dovette allontanarsi dal suo mulino per lavorare altrove.
Gli anni ottanta segnano la grande svolta dell’economia e la fretta della produzione fa cadere irrimediabilmente la figura del mugnaio cosi’ Gino Mauri riconsegna le licenze di molinatura.
Finisce l’era del lavoro “ fatto a mano “ , tuttavia il Mulino Mauri non ha mai smesso di girare perché la passione dei Mauri è la macinatura del grano .
I mulini sono prove preziose di un lavoro legato al fiume e al territorio che fu l’inizio della produttività briantea.
Non va dimenticato che il prestigioso “ italian food “ trae le sue origini dal nostro passato.